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I CASTELLI DEL DUCATO DI PARMA E PIACENZA 7/11 dicembre 2005 – un lungo week-end culturale
Cari amici, che mi state leggendo, voglio qui raccontarvi un po’ di storia rinascimentale che ho vissuto con mia moglie Fiorella in un viaggio che ha avuto il solo scopo di scoprire un po’ di cultura e storia italiana fra il 1500 e il 1800. Iniziamo il nostro viaggio dalla splendida REGGIA DI COLORNO, sontuosa dimora prima dei Farnese dal 1612 e poi dei Borbone. Lo splendido e curato giardino all’inglese fa da cornice al palazzo dove dal Piano Nobile, con le sue 29 stanze, iniziamo la nostra visita; questa parte della Reggia è praticamente spoglia, ma carica di bellissimi stucchi a soffitto; nonostante questo, la nostra meticolosa guida Michele ci fa rivivere l’arredamento, compreso degli arazzi a parete dei quali era corredata. Perché spoglia !, nel 1862, Vittorio Emanuele III, portando la sua residenza al Quirinale, spogliò la Reggia del novantatre per cento delle sue opere per portarle in quella che ancor oggi è la residenza del capo dello Stato; tuttora un quarto delle opere e degli arredi del Quirinale, provengono dalla Reggia di Colorno. Solo la Sala Grande ha ancora i suoi affreschi, visto che per smuoverli bisognava scrostarli dal muro !!!. Questa parte del Palazzo Ducale nel 1871 fu acquistata dalla provincia di Parma per 100.000 lire, ed adibita a manicomio fino al 1978, perciò si nota il degrado nella quale è stata lasciata per la presenza di un tale ospedale dove abitavano addirittura intere famiglie di disadattati. Una parte rilevante nella storia di questo palazzo l’hanno i Borbone, con Filippo e sua moglie “Babette” figlia di Luigi XV; siamo intorno al 1730. Babette ha caratterizzato la sua presenza a palazzo contribuendo ad arredarlo con mobili e affreschi, molti dei quali provenienti dalla Francia. Il figlio, Ferdinando di Borbone, invece, ha vissuto in un’ala della Reggia adiacente al Monastero Domenicano, che lui stesso fece costruire, per devozione a Dio. Ferdinando, soprannominato “il Duca sacrestano, o il genio folle”, commissionò delle grandiose opere al famoso pittore Antonio Bresciano, per compiacere la sua fede e religiosità, compresa la bellissima chiesa di San Liborio e il geniale osservatorio astronomico. La storia ci dice che, anche se sposato con Maria Amalia d’Asburgo, figlia di Maria Teresa d’Austria, Ferdinando prediligesse la vita ecclesiale e la devozione a Dio, tanto che l’amata moglie amava dilettarsi, oltre che con la caccia alla volpe, anche con la caccia agli uomini; dicono che solo il primo dei sei figli sia stato di Ferdinando di Borbone. Sulle note della fanfara dei bersaglieri che girano per Colorno, ci incamminiamo per la nostra seconda meta, la ROCCA DEI ROSSI DI SAN SECONDO. Questo castello, fino a qualche tempo fa residenza del Municipo di San Secondo, fondato nel XIV secolo, raggiunge il suo apice alla metà del secolo successivo con Pier Maria II Rossi, potente casato del rinascimento e si apprezza per i bellissimi affreschi in special modo di Cesare Baglione, che ritroveremo spesso nel nostro peregrinare per manieri e che riproducono fiabe antiche, famose quelle di Esopo. Magnifica la sala dell’Asino d’Oro con il racconto di Apuleio in 17 riquadri. Suggestiva la rievocazione storica rinascimentale della Corte dei Rossi di San Secondo, quando il castello prende vita e sembra di rivivere la vita feudale del 1500, ogni ultimo sabato del mese. Ma il nostro destino ci porta più avanti e ci ritroviamo a Soragna ad ammirare l’imponente ROCCA DEI MELI LUPI DI SORAGNA, e ne seguiamo la storia partendo dall’abbinamento LUPI, primi fondatori della rocca, che rimasti senza eredi maschi, divennero MELI, loro pronipoti, perciò Meli Lupi, potente Casata, facente parte del patriziato veneziano, dei quali erano alleati, in special modo dopo la battaglia di Lepanto contro i turchi, e che questo palazzo ricorda con immagini del Leone di San Marco. Da notare in modo particolare la Sala della Sposa, la Sala da Ballo o degli stucchi del 1696, veramente stupefacenti, la Galleria dei Poeti, lunga 62 metri, con dipinti dei poeti più famosi dell’epoca, e la Sala del Baglione, pittore nato nel 1550, affrescata con le famose grottesche che ci hanno colpito particolarmente per la loro storia artistica. Le GROTTESCHE, che rivedremo spesso, sono decorazioni pittoriche ricche di motivi fantastici, con figure sia umane che animali, nonché di elementi vegetali o paesaggistici, molto spesso di fantasia, e che prendono il nome dalle grotte, come venivano chiamati i resti delle Terme di Tito e Traiano, che vennero scoperte nell’epoca rinascimentale e che come sistema di pittura si espanse rapidamente, facendone del Baglione, il massimo interprete pittorico. Molto intrigante, in questo palazzo, la storia di Cassandra Marinoni, la Dama Cenerina, vissuta all’incirca verso la metà del 1500 e assassinata per motivi d’interesse, dal cognato, e che ancor oggi si dice vaghi per il castello, accompagnando il suo passaggio da rumori isoliti e fenomeni inspiegabili, specialmente a ridosso di una tragedia familiare del Principe Meli Lupi, ultimo sessantottenne feudatario ed attuale proprietario. La strada intrapresa comincia a farsi interessante, i fantasmi ci seguono in questi tetri manieri feudali. Il nostro docile camper ci porta alla ROCCA SANVITALE DI FONTANELLATO, quattrocentesca rocca circondata da un ampio fossato pieno d’acqua. Il fascino della Camera Ottica, ci attira, e studiamo come con una serie di lenti e prismi, i castellani potevano osservare in segreto la vita della piazza; più o meno il sistema si basava come le nostre reflex di oggi. Già allora avevano problemi di privacy !!!. Il castello è arredato con mobili dell’epoca e con affreschi straordinari, forse un po’ angoscianti e tetri, di Felice Borselli, che amava firmare le sue opere con la presenza di un gatto nel dipinto (da Felice, Felix). Straordinaria la saletta o “camerino” di Diana e Atteone, affrescata dal Parmigianino nel 1523, che raffigura una rappresentazione di vita ultraterrena e di storie alchimistiche e magiche, considerate al tempo, vera scienza; ma aldilà delle non certe ricostruzioni storiche di questi soggetti, resta l’innato talento dell’artista per quest’opera compiuta a soli vent’anni. La rocca fu venduta al Comune di Fontanellato nel 1948 per 19 milioni di lire, dall’ultimo erede e proprietario Conte Giovanni Sanvitale, che chiuse la dinastia. Ricominciamo il nostro pellegrinaggio, e a pochi km da Parma, troviamo la ROCCA DI SALA BAGANZA, residenza dei Sanvitale fin dal 1258 che ne rimasero proprietari per 350 anni. La rocca passò quindi ai Farnese e poi ai Borbone, ed è stata abitata fino al 1971. Fu, inoltre, residenza attorno al 1805, di Maria Luigia, moglie di Napoleone. Spicca in questo castello, la sala affrescata con le fatiche di Ercole, figlio di Giove e ancora gli affreschi di Cesare Baglione e altre opere cinquecentesche, recentemente sottoposte ad interventi di restauro. Ci rimettiamo velocemente in marcia, il nostro camper si sta comportando da vero amico, e dopo il pranzo nell’ottimo parcheggio sotto l’ala protettrice del castello di TORRECHIARA, ci apprestiamo a visitarlo. Il castello di Torrechiara è sicuramente uno dei più affascinanti del ‘400 e fu costruito da Pier Maria Rossi fra il 1448 e 1460. Purtroppo la novità in questo maniero è la mancanza di una guida che ci faccia rivivere virtualmente la vita del Conte di San Secondo, Pier Maria Rossi, grande condottiero e capitano di ventura al servizio dei Visconti e poi degli Sforza. Il fiore all’occhiello è la splendida Camera d’Oro, che rappresenta, con i suoi affreschi, i feudi del Casato, oltre che la romantica storia d’amore fra il Conte e la sua amante Bianca Pellegrini, ma non è da meno la sala della Vittoria con i grandi stemmi di Papa Gregorio XIII e di Rodolfo II d’Asburgo, o la fantasiosa sala dei Giocolieri, però le bellissime Grottesche del Baglione, che affrescano tutte le sale, sono straordinariamente vive e ne siamo rimasti incantati. Usciamo dal Castello, e ci apprestiamo a finire il nostro piacevole viaggio con l’ultima meta prevista, la FORTEZZA DI BARDI, sul confine appenninico tosco/emiliano e la sorpresa oltre un vento rigido, è la neve, che non ci aspettavamo. Comunque nonostante le avversità atmosferiche, ci introduciamo in un castello dagli aspetti sinistri, dove dimora un fantasma, si dice un cavaliere dei Gonzaga. Le fortune del maniero iniziano nella metà del XIII secolo con la famiglia piacentina Landi. Umbertino Landi, indomito guerriero, acquista il castello semi distrutto e lo trasforma in fortezza, e ne fa un centro di potere per 425 anni. Entriamo da soli e la leggenda ci segue fino alla sala del Boia dove il fantasma è stato visto e fotografato. Proprio così !!. Nell’ottobre del 1999, un equipe di scienziati sono riusciti a fare delle foto al “Cavaliere” con un rilevatore termico, primo caso al mondo, e che ha registrato, inoltre, un veloce incremento della temperatura, fino a vedere una possibile ferita nel braccio destro. Foto documentate in questa sala della tortura e che lasciano sicuramente allibiti e increduli. Ci facciamo trasportare del “fantasma” nei meandri della fortezza, che troviamo quasi del tutto spoglia, ma sappiamo che di recente è stato ritrovato un manoscritto che testimonia l’esistenza di un tesoro sepolto. Amici avventurieri, dovete solo cercare….. Il nostro viaggio è praticamente finito e mestamente ci avviamo verso casa, ma già pensiamo alla prossima gita e ciò ricarica il nostro umore sulle tranquille strade padane. Spero che questo mio resoconto sia stato apprezzato dagli appassionati di storia italiana o abbia un po’ contribuito ad appassionare chi invece avesse finora poco considerato la nostra magnifica cultura rinascimentale. Un saluto a Elena e Olivo, nostri compagni d’avventura.
Zio Fester
INFORMAZIONI LOGISTICHE:
km percorsi 480 circa Spese Castelli a persona: Colorno ………………. € 4,50 San Secondo………….. € 5 Soragna………………...€ 6 Fontanellato……………€ 6 Sala Baganza…………...€ 4 Torrechiara……………..€ 3 Bardi……………………€ 4 Card del Ducato: costo a persona 2 € = sconto di un euro ad ogni entrata ai Castelli Parcheggi e aree di soste: A Colorno, in centro nel parcheggio delle scuole, ottimo e ben illuminato. A Soragna, sosta vicino alle poste A Collecchio, sosta al centro commerciale Coop A Sala Baganza, piazza della Rocca, con disco orario A Torrechiara, sotto il castello, ottimo parcheggio A Bardi, parcheggio al campo sportivo
I Castelli del Ducato di Parma e Piacenza visitati, sono in provincia di Parma, in un prossimo appuntamento visiteremo anche quelli del piacentino. |