GRECIA 2004 – UN PASSO NELLA STORIA
Dopo aver consultato le mie guide, con mia moglie Fiorella ed il nostro
“bambino” un Hymer un po’ vecchiotto controllato a dovere, ci
imbarchiamo per la Grecia per una vacanza storico/culturale che ci
porterà a spasso per il Peloponneso e oltre.
La partenza dal porto di Ancona è fissata per il 19 luglio alle 17,
l’arrivo il giorno successivo alle 14 ora greca, un’ora avanti la
nostra. Per la traversata usiamo il sistema Open Deck, campeggio a
bordo, della Minoan lines che si rivela ottimo, con allaccio elettrico,
acqua e docce.
Perciò la nostra vera vacanza inizia il 20 luglio 2004 allo sbarco di
Patrasso.
Imbocchiamo la strada che porta a Kilini, circa 70 km a sud, che ci
consentirà di imbarcarci nuovamente per la visita dell’isola di
Cefalonia.
Prenotiamo il passaggio ponte per la mattina successiva al costo di 21
euro a/r per due persone, quindi ci rilassiamo davanti al nostro primo
mare greco.
Il 21, di buon’ora raggiungiamo il porto di Poros a Cefalonia e
noleggiato uno scooter per 17 euro al giorno, cominciamo il nostro giro
alla ricerca della storia; in questo caso storia recente, perché si
tratta del monumento ai caduti italiani del settembre ‘43; diecimila
italiani trucidati dai tedeschi, ricordati da un sacrario e da una
lapide in una delle fosse dell’esecuzioni nella località di Lassi ad
Argostoli.
E’ stata una visita che ci eravamo prefissati da tempo se avessimo
visitato la Grecia e come italiani è stata molto sentita.
Questo nostro primo approccio alla Grecia ci regala già l’immagine della
squisita gentilezza della gente del posto, con una signora chi ci guida
con la sua auto fino al luogo richiesto.
Il nostro scenografico giro in scooter prosegue per il centro dell’isola
per vedere la bellissima grotta di Melissani dove un barcaiolo ci porta
a toccare con mano un’acqua che i raggi del sole creano di un azzurro
intenso. A due passi un’altra grotta, la Drogkarati, una sala concerti
naturale, famosa per la sua acustica.
E la gita continua. Passando per Sami, caratteristica cittadina
turistica, ritorniamo a Poros dove la nostra noleggiatrice di motorini,
ci carica letteralmente sul suo scooter e ci accompagna in una taverna
del porto a gustare le nostre prime specialità culinarie greche.
Apprezziamo la Muossakas, pasticcio di melanzane, la Tzatziki, crema di
yogurt con aglio e cetrioli e il saporito vino Retsina, che
personalmente ho gustato molto volentieri.
Il traghetto ci riporta a Kilini ed al nostro Camper per una notte di
meritato riposo.
Il giorno successivo, 22 luglio, trasferimento ad Olimpia, circa 80 km,
ad ammirare il sito archeologico della cittadina dalla quale prendono il
nome le Olimpiadi.
La città nuova è un concentrato di negozi, alberghi e taverne dove chi
vuol spendere non ha che l’imbarazzo della scelta, ed a prezzi
accessibili, a parte i prodotti ufficiali di “Atene 2004”, però il
nostro scopo è la visita agli antichi resti della vecchia città.
Con 6 euro a testa entriamo in questo sito storico, dove lo stadio delle
olimpiadi antiche emoziona particolarmente, ma il laborioso restauro del
Tempio di Zeus con le basi e le colonne del tempo che sono rimasti, è
molto affascinante.
Riprendiamo la nostra strada e dopo 200 km ci fermiamo per la notte a
Stoupa nel Mani esterno, a sud nel Peloponneso, in un campeggio dove
troviamo un italiano con moglie greca, che ci da alcune “dritte” per il
proseguo del viaggio.
Il 23 ci porta verso Ghityo, 100 km più a sud, passando per le stupende
Diros Caverns (6 euro a testa l’entrata), grotte che si assaporano in
barca attraversandole per almeno 3 km; incredibile la scenografia, che
ci fa sembrare in sospensione nell’aria, con le stalattiti che si
specchiano nell’acqua; il panorama che ci attende all’uscita è da
mozzafiato.
Ghityo è una cittadina sul mare molto turistica, dove ci accampiamo
appena fuori città in un area libera sulla riva della spiaggia; il posto
è molto suggestivo e decidiamo di fermarci almeno un giorno intero.
La mattina del 24 luglio, un bel giro in bici a scoprire cosa ci può
offrire questa località e alla gocciolante visione di una decina di
metri di polipi sventolanti, abbiamo deciso dove passeremo la serata
!!!. Dopo una visitina alla caratteristica penisola del faro, compriamo
un po’ di pane e ritorniamo alla base. Pomeriggio dedicato al relax più
completo.
Come anticipato, la serata ci accoglie con una cenetta romantica in riva
al mare con vista notturna sul faro, a base di polipo e calamari.
Rientriamo al camper con un po’ di incoscienza, visto le nostre bici
senza fanali (non si vedeva veramente un tubo).
Ad una settantina di km ad est di Ghityo, c’è Monemvasia, che avevamo
inserito nel nostro itinerario, perciò il giorno successivo, il 25,
decidiamo di seguirlo alla lettera e nella prima mattinata arriviamo sul
posto e fino a quel momento crediamo proprio di aver visto la cosa
migliore da quando siamo sbarcati in Grecia. Monemvasia è una cittadina
balneare dove una strada sul mare ci porta ad una penisola montuosa che
saliamo con il camper finchè ci rendiamo conto che è meglio parcheggiare
e quindi continuiamo a piedi fino all’entrata di questa roccaforte che è
l’antica Monemvasia, città murata a picco sul mare. All’interno ci sono
negozietti caratteristici e taverne, in mezzo queste piccole viuzze dove
i pochi residenti vivono in un luogo che sembra preso dal Medioevo. Ci
addentriamo, non senza fatica, nella città superiore, dove sorge, unica
rimasta intatta, la chiesa bizantina di Santa Sofia del XIII secolo. La
visita vale la pena, anche per lo splendido panorama che si gode di
lassù.
Riscendiamo stanchi morti e riattraversata la striscia di mare, ci
fermiamo a pranzare lì vicino in una spiaggia che domina la penisola
dell’antico borgo, e ci tuffiamo in un acqua cristallina fino a sera,
quindi piano piano ci riavviamo verso Ghityo alla “nostra”area sul mare.
Il 26 luglio siamo di nuovo in partenza per Mistrà, vicino a Sparta, che
dicono veramente interessante. Una sessantina di km e ci siamo,
tralasciamo Sparta che della città storica non ha più nulla, e andiamo
direttamente a Mistrà, dove l’antica città ora in rovina, è una collina
con monasteri, chiese, palazzi dell’epoca bizantina che fra la città
inferiore e superiore danno l’idea della vastità di questo luogo che
intorno al 1350 faceva 20000 abitanti. La visita è 5 euro a testa.
La Chiesa bizantina di Pantanassas è, forse, la più bella con affreschi
risalenti al 1430, che sono eccezionalmente curati artisticamente, ma
anche le altre che abbiamo visitato non sono da meno, nonostante il
terreno impervio che a messo a dura prova i nostri polpacci.
E’ giunto il momento di ripartire e andando verso est, ci fermiamo
giusto per una visita a Nafplio, ma a parte il piccolo centro con
pavimentazioni marmoree, non ci ha destato una grande impressione,
quindi qualche km più avanti ci sistemiamo questa volta in campeggio, a
Tolo, rinomata zona balneare, tant’è che una vera confusione da stadio
ci fa scappare dopo un solo giorno di riposo.
La mattina del 28 ci rimettiamo in marcia per una cinquantina di km,
fino a Micene, famosa città di Agamennone, dove ne visitiamo la tomba,
anche se qualche storico ha de dubbi in merito confrontando date ed
avvenimenti.
La città antica di Micene è naturalmente un insieme di resti, ma
l’imponente Porta dei Leoni, da sola vale la spesa del biglietto, che
per la cronaca è di 8 euro a testa. I resti della vecchia città si
concentrano su un monte dove qualcosa ancora si intravede del vecchio
palazzo del guerriero Agamennone. Questo sito archeologico è in contino
restauro, così come tutti quelli visitati e perciò lasciando al loro
lavoro questi storici archeologi, ce ne andiamo con i piedi gonfi ancora
una volta.
Ritornando sui nostri passi, ripassiamo da Nafplio e verso est ci
dirigiamo a Epidavros per visitare lo splendido teatro antico, sempre
con 6 euro a testa d’entrata, ma ne vale la pena; questo anfiteatro ha
un’acustica eccezionale da qualsiasi parte lo si ascolti, usato ancor
oggi per rappresentazioni teatrali, è di una bellezza scenografica
stupenda. In allegato con il medesimo biglietto, il museo annesso.
A pochi km più a nord, imbocchiamo una stradina sperando che ci porti al
mare, e difatti passiamo una bellissima serata in riva al mare
addormentandoci con le onde del mare e con le cicale, sempre presenti.
Siamo già al 29 luglio, e sembra che siamo partiti ieri, comunque la
storia continua attraverso il passaggio del canale di Corinto, l’Istmo;
Canale iniziato addirittura da Nerone, è largo 23 metri e lungo 6 km,
dove le grosse imbarcazioni sono trainate da rimorchiatori. La fortuna
ha voluto che fossimo presenti ad un passaggio, che abbiamo immortalato
più volte.
Nella strada che ci porterà ad Atene, decidiamo di fermarci in un
paesino di mare, Neo Peramos, almeno un giorno, prima di entrare nella
grande metropoli. Dopo il nostro consueto parcheggio in riva al mare,
andiamo a dormire, con la speranza che l’alta marea non ci bagni i
nostri sdrai !!!.
Il 30 luglio, quaranta km più avanti, entriamo ad Atene.
Alla periferia della città, sulla sinistra, vediamo il camping Athens e
ci infiliamo sotto gli ulivi ad organizzarci per la visita cittadina.
Di fronte al campeggio parte il bus per il centro, si scende al
capolinea e siamo subito al metrò; in men che non si dica arriviamo a
piazza Syntagma, giusto in tempo per vedere il cambio della guardia al
palazzo del Parlamento, ogni due ore, ma quello delle 11 è il più
folcloristico.
Dopo questa corsa, ci avviamo tranquillamente verso l’Acropoli, vero
polo storico di Atene, passando per l’Arco di Adriano adiacente al
Tempio di Zeus; ogni passo ha il sapore dell’antica Grecia e la salita
verso l’Acropoli ci sembra meno dura.
Dopo aver pagato i nostri 12 euro a testa, comprensivi della visita
all’Agorà, il Tempio di Zeus, e il Museo, ci inoltriamo in questo pezzo
di storia antica, unendoci ad un gruppo di italiani che avevano
ingaggiato una guida (15 euro a coppia).
Cominciamo dal maestoso Partenone, in fase di restauro, tempio dedicato
alla Dea Athena o Minerva, è uno degli edifici più famosi del mondo,
iniziato nel 447 a.c., dove la nostra guida ci ha riassunto la storia da
vero appassionato greco.
Stupenda la scenografia del teatro di Erode Attico, adibito ancora oggi
a concerti che si nota appena entrati nella collina dell’Acropoli, dove
spicca la Loggetta delle Cariatidi, statue di donne usate al posto delle
colonne. Sulla parte nord della collina, dopo il Partenone, il Museo,
che merita una particolare nota.
Uscendo dall’Acropoli, un pensiero ci fa unire questi splendidi
monumenti, all’altrettanto splendida Valle dei Templi di Agrigento, che
abbiamo avuto la fortuna di visitare e mentre scendiamo dalla collina,
notiamo in lontananza L’Agorà, bellissimo tempio, ben conservato,
dedicato all’antico mercato. Da notare l’influenza romana nella
bellissima statua di Adriano, Imperatore di Roma, che dal 117 al 138
d.c. ebbe Atene sotto la sua autorità.
Non sembra ma è quasi sera e stanchi morti ce ne torniamo al camper per
un meritato riposo all’ombra degli ulivi.
Il 31, forza e coraggio, un’altra giornata campale sotto un sole cocente
ma non fastidioso.
La nostra meta è il caratteristico quartiere di Monastiraki, un enorme
mercato delle pulci, dove si incrociano affari e tradizioni, dove il
caratteristico venditore ambulante fa da contraltare ai negozi di
collane, oreficerie, antiquariato, e non ultimi i famosi artigiani di
sandali e calzature. In mezzo a questo folclore greco ci fermiamo a
mangiare un boccone in una taverna proprio in mezzo, “tra una collana e
una scarpa”. Dopo le rituali compere vacanziere, attraversiamo la famosa
Plaka, centro storico di Atene e ritorniamo verso la base, perché i
piedi cominciano a scottare.
Domenica 1 agosto, ripartiamo per il nostro tour greco, ci attende una
giornata faticosa, perché la nostra prossima meta sono le Meteore, 370
km a nord/ovest di Atene.
Le Meteore (letteralmente “sospese nell’aria”) non hanno bisogno di
presentazioni, è una delle cose più belle ed entusiasmanti che abbiamo
visto in tutto il nostro girovagare per l’Europa.
Uno scenario straordinario, quasi lunare, ci appare quando entriamo in
questa valle della Tessaglia che ospita delle rupi giganti che sforano
il cielo con dei Monasteri alla loro sommità, che sembrano scolpiti
nella pietra.
La salita verso questi Monasteri è praticamente obbligatoria e ne
visitiamo tre che ci sembrano i più conosciuti (sono solo sei quelli
abitati su 23 esistenti): Megàlo Metèoro, Varlaàm, Rousànou.
Spiegare la storia di questi luoghi ci vorrebbero pagine intere, ma
nonostante i mille gradini da salire e scendere, assicuriamo che questa
visita non può mancare per chi ama la Grecia e la sua cultura.
Ci rimettiamo in viaggio, ma vogliamo fermarci per la notte guardando il
mare, perciò non ci fermiamo se non dopo 230 km, e finalmente ad Arkitsa
troviamo un posticino in riva al mare che non lasceremo per almeno tre
giorni, vista la stanchezza. Siamo al bivio che ci porterà fino a Delfi,
ma ora alcuni giorni di assoluto riposo.
Il 5 agosto è il momento di rimettersi in moto, e con il ricordo dei
gustosi Souvlaki, spiedini di maiale ai ferri molto saporiti, della sera
precedente, ci avviciniamo ad un’altra ora di meditazione sulla strada
per Delfi, il Monastero di Osios Loukas, che visitiamo con 3 euro a
testa.
Costruito intorno al 1011, il Monastero è dedicato a San Luca e spicca
la cripta con il sarcofago del Santo, oltre la splendida chiesa dove
bellissimi mosaici fanno da cornice ad affreschi altrettanto
interessanti.
Ormai siamo a Delfi la città dell’Oracolo. Nell’antica Delfi, entrata 6
euro a persona, oltre per la rocca della Sibilla, si respira aria
mistica anche percorrendo la via Sacra, che dal tempio del tesoro degli
Ateniesi, ci porta fino al Tempio di Apollo. Si ricorda che secondo la
leggenda, Delfi era un centro religioso sede di Apollo e che nel superbo
stadio ancora ben conservato, si organizzavano ogni quattro anni i
giochi Pitici per celebrare l’uccisione del serpente Pitone da parte di
Apollo.
Il nostro viaggio è quasi terminato, l’ultima serata la passiamo in una
baia stupenda in una poco nota località, Agius Vasilius , ma da
incorniciare, quindi la mattina del 6 agosto ci dirigiamo verso il nuovo
scenografico ponte che collega la Grecia centro-occidentale al
Peloponneso e sbagliando di un giorno l’inaugurazione di questa super
struttura architettonica, lo vediamo dal fianco, seduti comodamente su
un traghetto che in 15 minuti ci accompagna sull’altra sponda.
Ultimo pranzetto sul mare, con vista ponte, e la nave del ritorno in
patria ci aspetta; salpiamo alle 18, ora greca, per Ancona, dove
arriviamo il giorno successivo 7 agosto, alle 13 ora italiana.
La storia di questa avventura l’abbiamo esposta in modo molto
dettagliato, ma l’entusiasmo per questa magnifica vacanza è ancora molto
vivo, perciò ci siamo sentiti di svelare anche i più piccoli
particolari.
A risentirci al prossimo viaggio.
Zio Fester
INFORMAZIONI LOGISTICHE
Itinerario:
Patrasso-Kilini-Cefalonia-Olimpia-Ghityo-Monemvasia-Mistrà-Nafplio-Micene-
Epidavros-Corinto-Atene-Meteore-Arkitsa-Delfi-Patrasso
Km percorsi 3000 dei quali 2000 in terra greca
Consumo Gasolio Camper 250 €
Spesa totale 1250 €, più passaggio nave 550 €
Informazioni: le carte di credito non sono accettate quasi ovunque e
dove le accettano, lo fanno malvolentieri.
Campeggi visitati, tariffe da 16 a 23 € nel periodo 20/7 – 6/8
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