CAMARGUE E DINTORNI
1-8 gennaio 2005
Anche quest’anno è in dirittura d’arrivo. Siamo alle soglie del 2005 e,
con il nostro camper al completo, ci accingiamo a festeggiare il nuovo
anno in piena simbiosi con la natura.
La partenza è fissata per il 31 dicembre, ore 20 da San Giovanni
Lupatoto, Verona, direzione Sirmione, dove il vento gelido del lago di
Garda ci porterà al capodanno. Oltre Fiorella, mia moglie, e lo
scrivano, siamo in compagnia di un altro equipaggio, Maria Grazia e
Doriano, che ci seguiranno in questa nuova avventura.
La serata del capodanno passa velocemente tra fuochi d’artificio e
bollicine di spumante, ma già la mattina presto, le 9 !!!, partiamo
verso Ventimiglia. L’intenzione è di passeggiare lungo la Costa Azzurra
ed arrivare fino in Provenza e quindi la Camargue.
Il primo giorno del nuovo anno ci spinge fino a Bordighera, nella
riviera ligure di ponente, e, usciti dall’autostrada, ci inoltriamo su
per le colline della zona, fino ai 500 metri di altezza, per ammirare
uno dei luoghi più incantevoli che ci sia capitato di vedere: il
Principato di Seborga, un antico borgo risalente addirittura al V
secolo, con una tradizione a dir poco curiosa ed affascinante da farci
passare una notte ed il giorno successivo in un’oasi di pace e
tranquillità, piacevolmente cullati dagli abitanti del luogo con la loro
cordialità ed ospitalità.
Il Principato di Seborga è un territorio che dagli scritti storici, non
risulta mai annesso al Regno d’Italia, nel lontano 1861; ritenendosi
perciò stato indipendente, è governato da un sovrano, il Principe
Giorgio I, eletto dai cittadini all’unanimità nel 1963, e da un
consiglio di Cavalieri che si battono da trent’anni perché il diritto
datogli dalla storia sia riconosciuto universalmente a Seborga.
Naturalmente è presente anche una normalissima giunta comunale per la
giornaliera gestione del Comune. Fin qui la storia, ma il borgo è di una
bellezza stupefacente e si distingue per le antiche e piccole piazze,
per i negozietti tipici dove sono accettate le monete del Principato, “i
Luigini” (valore di un Luigino, 7 euro), e per la semplicità e cortesia
dei seborghini che si prodigano perché vengano rispettate le loro
vecchie tradizioni come quella dell’accensione di un falò nel centro di
una piazza, tenuto vivo giorno e notte da inizio dicembre a gennaio.
Ma è giunto il momento di continuare il nostro viaggio, quindi a
malincuore lasciamo quest’oasi di tranquillità e puntiamo verso Aix en
Provence, circa 250 km più a ovest, in territorio francese.
Verso sera arriviamo in questa città capoluogo della Provenza e ci
fermiamo per la notte in un parcheggio della periferia.
La mattina successiva, così, su due piedi, decidiamo di non fermarci
oltre, anche per rispettare l’itinerario prestabilito, che dopo Seborga,
prevedeva come seconda meta, Avignone.
Scorrazzando tra micro-vigneti e caratteristici paesini provenzali,
arriviamo alla famosa città dei Papi.
Sono le 10,30 del 3 gennaio, e senza indugi, dopo aver consegnato il
nostro camper alle amorevoli cure del campeggio Bagattelle, situato in
posizione panoramica magnifica, ci inoltriamo nel centro di questa città
murata.
Avignone è naturalmente conosciuta universalmente come la residenza del
Papa dal 1307 con Clemente V, fino al 1377 con Gregorio XI che decise il
ritorno a Roma.
Il grande palazzo dei Papi che si estende per 15000 mq, è praticamente
spoglio, ma le sale, le cappelle, i corridoi e tutti i luoghi di questo
maniero fortificato rendono perfettamente l’idea di come era l’epoca
storica in questione; aiutati da esaurienti audioguide, siamo entrati
nello spirito pastorale e culturale del XIV secolo, con informazioni
dettagliate della vita papale, che non sempre seguiva l’insegnamento
divino, ma si prestava in alcuni personaggi a pura vanità e potenza
sottoforma di onori e ricchezze.
A due passi dalla fortezza papale, molto interessante è il famoso Pont
St. Bènèzet o Pont’Avignon di rilevante portata storica, che visitiamo
nonostante un vento da “radere al suolo”, tanto per rendere l’idea.
Dopo questa immersione mistica, spinti da un vento freddo ed intenso,
ritorniamo al camper decisamente esausti, dove un bel brulè ci riscalda
un po’. E’ sera e fissando il grande fiume che fa da palcoscenico
all’impetuoso palazzo papale, ci addormentiamo.
Con il sole che sorge dal Rodano ci svegliamo e ci apprestiamo a
visitare la Cattedrale di Notre-Dames de Doms, che avevamo tralasciato
il giorno precedente, dove spicca la tomba di Papa Benoit XII che regnò
sulla Chiesa dal 1334 al 1342. A lui si deve la costruzione del “palazzo
vecchio”, mentre la “parte nuova” fu opera di Clemente VI, suo
successore.
Dopo questa ulteriore cultura di cristianità, ce ne andiamo dalla “città
del vento”, verso Arles, più a sud, in zona Camargue.
Arles profuma Van Gogh, che ne fu ospite fra il 1888 e il 1890; in quel
periodo, il famoso pittore, arricchì la nostra storia di ben 300 opere,
prendendo spunti da questi luoghi nei suoi dipinti più famosi.
Un grande fascino ha destato in noi bere un caffè nel “cafè le soir”
luogo reale di un famoso dipinto e passeggiare nel chiostro ispirazione
del “jardin de la maison de santè”.
Naturalmente ad Arles si respira Van Gogh in ogni suo angolo, come la
piccola strada degli artisti o l’espace Van Gogh sito nell’ex ospedale
dove l’artista fu ospitato, ma si nota anche la mano dell’Impero Romano
che, oltre all’Anfiteatro, molto simile al nostra Arena di Verona, si
ammira il Teatro, che ancora ospita spettacoli del festival di Arles, e
palazzo Costantin con i resti delle antiche terme risalenti al IV secolo
d.C..
Ripartiamo verso sera per l’affascinante Camargue ed arriviamo ad
un’area di sosta, l’unica vista fin qua, in ottima posizione, vicino ad
un paesino sul mare, nel pieno centro di questo parco naturale
flora-faunistico, Saintes Maries de la mer, che ci ha fatto da
anticamera alla grandiosa scenografia data da cavalli e tori allo stato
brado e da uccelli di varie specie; è stato veramente un piacere ed un
orgoglio fotografare fenicotteri ed aironi ad ogni angolo visivo, quasi
come un inconscio rapimento virtuale.
Il piccolo paese di Saintes Maries de la mer, si caratterizza per essere
la base ideale per escursioni all’interno della Camargue, con specifici
itinerari in battello e più semplicemente anche in bici o per salutari
passeggiate; ma è inoltre, un notevole centro balneare con un curato
lungomare che la sera vede il sole inabissarsi, costeggiato da vecchi
capanni di guardians camarghesi; un ulteriore gioiello è la chiesa,
d’arte romana, con la cripta di Sarah, la vergine nera.
E’ un vero peccato lasciare un posto così, dove vive ancora la vecchia
tradizione rurale, ma d’altra parte, pian piano dobbiamo prendere la via
del ritorno, perciò via a tutto camper verso l’Italia.
All’imbrunire sostiamo per la notte in un paese che rispecchia la
migliore tradizione architettonica della Provenza, St. Maximin, con
grandi piazze, le caratteristiche finestre colorate e addobbate ed una
cattedrale gotica del 1300 dedicata al Santo che dà il nome alla città,
che ha stupito per la sua storia culturale e religiosa, dove sono
sepolte le spoglie mortali di Maria Maddalena, cosa confermata da
autorevoli scienziati, che hanno stimato a venti secoli or sono, le
reliquie presenti nella cripta, cioè al tempo della resurrezione di
Cristo, quando Maria Maddalena venne in questo luogo ove morì, ospite di
Maximin, Vescovo della città.
Dopo un buon pranzo a St. Raphael, il rosso massiccio dell’Esterel ci fa
da anticamera alla città di Cannes, famosa per il festival del cinema.
Caratteristica di Cannes è la famosa Croisette, una promenade sul mare
lunga alcuni chilometri, fino agli esotici viali di palme che portano al
porto turistico dove i favolosi “yacht delle favole” sono ormeggiati.
Vista l’ora e l’intenso traffico, decidiamo di oltrepassare la città e
avvicinarci a casa.
E’ ormai il 6 gennaio, non ci resta molto, però una passeggiatina nello
splendido borgo medioevale di St. Paul de Vence è qualcosa che va al di
la della semplice visita turistica.
Dopo aver pernottato a Cagnes sur mer, la mattina del 7 saliamo verso
St. Paul.
Il borgo è un villaggio fortificato che ispira arte in tutti i suoi
angoli, le piccole piazzette caratteristiche fanno da cornice agli
antichi negozi di artisti che non è difficile vedere al lavoro e con i
quali si può chiacchierare, che rivivono lo splendore dell’arte del
tempo di Chagall, pittore di eccelsa arte che qui visse e morì nel 1985
a quasi cento anni.
St. Paul de Vence è stato luogo di tranquillo relax dei più grandi
artisti cinematografici e letterari degli anni 50/60 che si ristoravano
all’Hotel Colomba d’oro, alle porte della cittadina e dei quali si nota
il passaggio.
Siamo arrivati alla fine del nostro viaggio, e a malincuore ce ne
torniamo verso casa definitivamente, dove arriviamo sabato sera,
festeggiati dagli scodinzolamenti dei nostri due amici a quattro zampe,
Levis e Ginko. Finalmente un po’ di riposo anche per il Camper che è
stato come sempre, un puntuale e perfetto compagno di viaggio.
Un ringraziamento ai nostri compagni di viaggio, Maria Grazia e Doriano,
con i quali abbiamo condiviso la bellissima avventura.
Fiorella e Claudio Beltrame
Problemi registrati: In questo periodo i campeggi sono praticamente
tutti chiusi, perciò il carico/scarico è problematico, vista la carenza
di aree di sosta in Francia.
Nessun problema per i pernottamenti, basta un po’ di buon senso e
nessuno ti disturba.
Spese: carburante 190 € circa, km percorsi 1.850
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