Portogallo 2008
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PORTOGALLO, UNA VERA STORIA MEDIOEVALE

Agosto 2008

 Anche quest’anno è arrivato l’atteso momento delle vacanze e noi, mia moglie Fiorella, io e il nostro bambino a quattro ruote messo a punto per l’occasione, ci fiondiamo verso il Portogallo, meta 2008. Ci affidiamo all’esperienza organizzativa del gruppo di AC club che incrociamo a Carcassone in Francia e da dove partiamo per il tour lusitano. Nel raggiungere il punto x, ci fermiamo a visitare la splendida e antica città di Narbonne, sul mare di Francia, ad ammirare la maestosa e arcana Cattedrale di San Giusto, del 1200, a tre grandi e cupe navate che fanno rivivere le ambientazioni medioevali e religiose dei romanzi di Julia Navarro. Arrivando a Carcassone non possiamo non notare le curatissime vigne di questa regione, la Linguadoca, rinomata per i suoi vini. Sotto le mura dell’antichissima città fortificata, sostiamo in una comoda area attrezzata.

Siamo in piena zona Càtara, dove tra il 1100 e il 1200 fecero la loro apparizione appunto, i Càtari, esponenti di una setta cristiana che si contrapponeva alla chiesa cattolica e perciò definiti eretici. Il loro credo era la purezza e consideravano il mondo, malvagio, rifiutavano la violenza in ogni forma, compresa la crocefissione di Cristo, alla quale non credevano: un vero Dio non avrebbe permesso una simile infamia. Questo loro dissenso dalla chiesa di Cristo, li portò ad una feroce repressione da parte dei Crociati inviati dal Papa che li sterminarono completamente. Carcassone è una città che molto ricorda queste gesta medioevali, che sarebbero interessanti da approfondire.

All’interno della città ci sono un dedalo di viuzze che si incrociano in angoli suggestivi; la Basilica romano/gotica di St.Nazaire è l’emblema mistico e tetro di quel tempo ed è veramente notevole. Degno di nota anche il Castello, una fortezza dentro la fortezza, visitabile a pagamento. E’ il 2 agosto e finalmente ci ritroviamo con il gruppo, pronti per il nostro tour portoghese.

Senza indugio ci avviamo verso i Pirenei; il giorno 3 è tappa di trasferimento ed in Spagna ci incamminiamo verso il Camino de Santiago, si fa per dire “ci incamminiamo !!!”, noi voliamo verso Compostela con i nostri bei grossi e grandi Camper, come veri pellegrini motorizzati. Per la sera sostiamo a Lumbier, nella Navarra, in un caldo soffocante. Prime scaramucce culinarie collettive, tanto per conoscerci un po’ con gli altri partecipanti e scaldare l’ambiente, come ce ne fosse bisogno !!!.

Ricomincia il viaggio, attraversiamo il nord della Spagna, da Pamplona fino a Leon, un tuffo in piscina e, il mattino dopo, via verso Santiago de Compostela.              Entriamo in Galizia ed ogni tanto incontriamo lungo la strada, ancora lunga, i pellegrini che si avvicinano al Santuario a piedi, animati dalla loro fede incrollabile.              Il 5 agosto arriviamo a Compostela. Al di là di una cittadina operosa, con un centro storico di strette vie con negozi e ristoranti in quantità, è la grandezza religiosa e monumentale della Cattedrale di San Giacomo, costruita intorno al 1140, che colpisce chiunque arrivi a Santiago, sia che siano turisti classici come noi che pellegrini che qui arrivano dopo chilometri a piedi, sostenuti da un’autentica fede, che fa di questo luogo un passo obbligato per ogni credente di fede cattolica. L’interno della Basilica è fantastico, con le tre navate, dove spicca nella centrale, l’altare maggiore con la statua di San Giacomo, adornato con un mantello argentato, che in riverente processione si può abbracciare dal retro dell’altare per un conforto spirituale e una speranza di grazia. Mistico il grande Botafumeiro, un enorme incensiere, che durante le funzioni solenni viene fatto oscillare da otto uomini. Splendide le due torri gemelle della cattedrale che sovrastano la grande piazza Do Obradoiro.                                         Ripartiamo da Compostela e dopo 2280 km da casa, entriamo in Portogallo e ci accampiamo ad Amarante, nella regione del Duoro, fiume che attraversa tutto lo Stato, per le visite guidate dei giorni successivi.

 Ricordiamo che l’indipendenza del Portogallo risale al 1143 con Alfonso Enrico I, e che nel corso dei successivi secoli è stato invaso dai Mori, dai Visigoti, dagli Svevi, dagli Spagnoli, dai Romani, dai Fenici e dai Cartaginesi, perciò nei monumenti, nelle chiese e nelle realtà storiche, c’è un’influenza di tutte queste culture che non fa altro che aumentarne l’interesse storico. Dal 1910 il Paese è stata una Repubblica dittatoriale con Salazar, quindi dal 1974, una democrazia parlamentare, tuttora vigente.

La nostra prima visita, il 7 agosto, è Guimaraes, antica città celtica. Entriamo nelle mura dell’antico Castello del primo Re del Portogallo; il maniero del x secolo, molto spoglio, ha torri di difesa e bastioni per tutto il perimetro che dominano la città. A due passi il palazzo del Duca di Braganza, re Portoghese col nome di Joao IV dal 1640 al 1656, fortificato e ricostruito negli anni 30, perché quasi in rovina già dal XVI secolo. Due passi per il centro storico, e la nostra guida Luis ci porta a Braga, città dalle molte fontane e ricche Chiese, in particolare Sé Catedral, costruita in epoca romanica, secolo XI, da Enrico di Borgogna, padre del primo re portoghese.            Magnifico il coro alto, con grandi organi barocchi del 1737; sicuramente una delle opere più belle viste nei miei viaggi per l’Europa. Passeggiamo per il caratteristico centro storico, con qualche spesuccia, quindi visitiamo il santuario di Bom Jesus.

Intendiamoci, in questo resoconto ne parlo poco, ma tra una visita e l’altra ci rifocilliamo a dovere nei ristoranti del luogo, con il loro piatto forte, il Baccalà.               Non voglio divagare, perciò la chiesa di Bom Jesus è luogo di molti pellegrinaggi di fede e che potrete vedere dal basso con la scenografica scalinata a rampe incrociate.

La giornata è finita e ritorniamo stanchi morti ai nostri camper per una serata di relax, in attesa di vedere, l’indomani, Porto, la seconda città del Portogallo.               Porto è una città arroccata su una collina, tagliata in due dal fiume Duoro, dove i sei grandi ponti cittadini uniscono le due sponde e non posso omettere di dire che ha un centro storico veramente decadente, che, tolti i grandi monumenti storici, mi ha deluso; palazzi fatiscenti in uno stato pietoso, questo perché la popolazione ha praticamente abbandonato la città per trasferirsi in una periferia sicuramente più accogliente. Attraversiamo a piedi il grande ponte di ferro Luis I, ad unica arcata, con due strade sovrapposte, per le auto e per il metrò di superficie che dal centro arriva fino al mare e troviamo la Camera di Commercio, un antico palazzo che con nostra sorpresa la guida ci fa visitare; vedendo la sala Moresca del 1880, capiamo il perché, è di rara e fantastica bellezza e l’ammiriamo estasiati, veramente unica, con decorazioni in lamine d’oro che danno una lucentezza al salone arabo veramente abbagliante. Continuando la perlustrazione della città, degna di nota è la Chiesa sconsacrata di San Francesco, di fine XII secolo; tre navate completamente adornate con straordinarie sculture barocche e rococò di notevole pregio.

Dopo il pranzo, ottimo, in riva al fiume, ci tuffiamo nell’affascinante storia del vino Porto, visitando la cantina Calem, dove un simpatico giovane veneto, stabilitosi a Porto per questioni di cuore (l’amore non ha confini !!!), ci illustra tutta la lavorazione di questo vino liquoroso conosciuto in tutto il mondo. A pensarci bene non siamo riusciti a giustificare la grande nomea che il Porto ha, conoscendo le ben più complesse e accurate vinificazioni di certi nostri vini italiani. In ogni caso qualche bottiglia l’abbiamo presa tutti, magari per portare a casa un regalino da bere!!. Ritorniamo ai camper per una simpatica sera con i compagni di viaggio che ormai sono diventati compagni di bevute. Dopo i primi giorni di gran caldo, ci stiamo abituando al clima oceanico, di giorno un sole poco fastidioso accompagnato da un perenne vento, la sera un bel frescolino che ci fa dormire la notte.

Siamo già all’ottavo giorno del tour, ci trasferiamo a Coimbra, prima capitale del Portogallo, nei secoli XII e XIII, nata già nel II secolo in epoca romana. Il fiore all’occhiello di questa città è senza dubbio l’Università, la più antica d’Europa, esistente già nel 1200, che ospita tuttora 20000 studenti.                                        L’antica biblioteca barocca del 1700, come si dice, vale il prezzo del biglietto, proprio superba e trasuda cultura e sapere. La sua sontuosità la pone fra una delle più belle al mondo. Strani ospiti della biblioteca, alcuni pipistrelli, che di notte scorazzano per il salone in cerca di insetti. Dopo una veloce visita alla Cattedrale romanica del 1100, finalmente qualche ora di libertà, per apprezzare le bellissime composizioni di ceramiche, una delle caratteristiche del Portogallo.                                      Prima di lasciare la città, alcune note che riguardano S.Antonio che qui visse e studiò prima di trasferirsi in Italia e Suor Lucia, una dei tre pastorelli che nel 1917 videro l’apparizione della Madonna a Fatima, che a Coimbra visse in clausura. Suor Lucia morì a 97 anni nel 2005.                                                                                       Salutiamo la nostra affascinante guida Cristina e proseguiamo nel nostro viaggio alla scoperta del Portogallo.                                                                                    Prima di una ragionevole giornata di relax sull’oceano Atlantico, ci fermiamo per una veloce visita a Batalha (battaglia) dove in memoria della vittoria dei portoghesi sugli spagnoli, nel 1385, fu eretto il Monastero di Santa Maria de Vitoria. Ci son voluti 145 anni per completare quest’opera che si presenta davvero imponente; la chiesa a tre navate, è molto semplice, a parte le grandi vetrate lavorate, con la vita di Cristo. Nella chiesa si trovano le tombe di Re Joao I, sovrano vincitore della battaglia contro i castigliani, che regnò dal 1385 al 1433, della moglie Philippa di Lancaster e dei loro discendenti. E’ domenica e un mercatino delle pulci, fa da contorno al Monastero.

Il gruppo si divide per qualche ora,  chi va direttamente al mare, chi preferisce una visita religiosa nella vicina Fatima.                                                                 L’imponente Cattedrale di Fatima, dove sono sepolti i tre pastorelli Francisco, Jacinta e Suor Lucia, sovrasta una grandissima piazza, dove è collocata anche la prima cappella, eretta dopo le visioni della Madre di Gesù, nel 1917, il 13 maggio. Da allora ogni 13 del mese migliaia di pellegrini vengono in preghiera a Fatima. L’antica cappellina è il vero fulcro del Santuario, dove nel punto esatto delle prime apparizioni è stata posta un statua della Madonna. Il Santuario è meta ogni anno di almeno quattro milioni di credenti e qui Papa Giovanni Paolo II venne in pellegrinaggio quattro volte, ricevendo dalle mani di Suor Lucia, il famoso quarto segreto di Fatima, dove tra l’altro, era predetto l’attentato al Pontefice, per questo la pallottola sparata contro il Papa è stata donata a Fatima.                                                                    Vorrei concludere questa visita rimarcando ancora una volta, come, indipendentemente dalla fede di ognuno di noi, queste manifestazioni religiose e di preghiera, qualcosa ti lasciano dentro quando te ne vai.

L’11 agosto, giornata di completo relax; si fa per dire, perché gli amici mi hanno trascinato in una lunga passeggiata sfociata nella splendida visione dell’Oceano, con i surfisti che “infilavano” le onde. Finita la giornata con una quantità industriale di mosche a farci compagnia, ce ne andiamo a riposare per la ripresa delle “ostilità” il giorno successivo. Lisbona ci attende.                                                                                                                                                                                               Nel mentre dirigiamo la nostra freccia su ruote verso Lisbona, sostiamo qualche ora a Obidos, stupendo paesino fortificato con un’infinità di vicoli ciotolati, fioriti con incantevoli bounganville e vecchi negozietti di ceramiche artistiche e chiesette finemente decorate con le Azulejos, ceramiche smaltare e dipinte, caratteristiche del Portogallo, introdottevi dai Mori in epoca antichissima. In questa visita posso dire di non aver ammirato un paese, ma un grande quadro all’aperto. Tralasciando i famosi Santuari, direi che è la cosa che più mi ha colpito fino a questo punto del viaggio.

Eccoci a Lisbona, la capitale, giusto il tempo per rinfrescarci e una cena con musica Fado ci attende. Il Fado (destino) è una musica malinconica e triste, cantata con passionalità e incarna il concetto di Saudade (nostalgia); è un genere musicale tipicamente portoghese e portato in tutto il mondo dalla grande cantante Amalia Rodriguez. Per fortuna ci ha pensato il solito baccalà a farci passare la tristezza !!!.                                                                                                                                         Iniziamo le nostre visite a Lisbona con la nuova simpatica guida Paola che ci farà conoscere da vicino la ricchezza culturale della città.                                           Partiamo dalla Torre di Belem, scenograficamente molto bella, costruita nel 1515 da Manuel I, in mezzo al Tago, il fiume che attraversa il centro cittadino. Era un punto di partenza per i navigatori che si avventuravano sulle rotte alla ricerca di nuovi mondi. Poco più avanti il maestoso Monumento alle scoperte, sempre sul lungofiume, innalzato nel 1960 dal dittatore Salazar, per celebrare Enrico il Navigatore, figlio di Re Joao I e di Lady Philippa. Enrico il navigatore, non navigò mai, ma organizzò ogni viaggio per espandere le proprie conquiste marittime lungo tutte le coste africane, colonizzando nuovi paesi, che per i Re portoghesi erano fonte di traffici commerciali.  Il nostro cammino continua con la visita al Monastero di San Girolamo, imperioso complesso del 1501 costruito per celebrare le conquiste verso le indie di Vasco de Gama nel 1498. Fantastico il chiostro del 1544 che sembra essere influenzato da stili moreschi. Vasco de Gama è il navigatore portoghese più famoso e la sua tomba è nella chiesa di questo monastero che era affidato all’ordine dei Gerolamiti, fino al 1834, quando in Portogallo furono sciolti tutti gli ordini religiosi.                                Capisco che questa cronistoria genealogica e temporale può sembrare monotona, ma cerco di dare la misura del tempo, degli avvenimenti dell’epoca e dei personaggi storici che l’hanno vissuta.

Una menzione spetta anche al museo delle carrozze antiche, che trovandomi un po’ disinteressato, di fatto ho dovuto ricredermi, perché non è stata affatto superficiale e abbiamo ammirato, più che delle carrozze, delle vere opere d’arte.

Da notare che Lisbona è stata praticamente rasa al suolo da un terremoto nel 1755 e pertanto ha subito una trasformazione che ha cambiato volto alla città, soprattutto per merito del Marchese de Pombal, primo Ministro dell’epoca, che seppe gestire la ricostruzione in modo concreto, nonostante fosse un personaggio dittatoriale che non esitava ad eliminare i suoi oppositori.

Tra raffiche di vento da scompigliare i capelli, nel mio caso è una metafora!!!, ritorniamo stanchi morti ai nostri accoglienti camper.                                                    Tanto per divagare un po’, siamo soliti dire che chi non paga è un “portoghese”, ed è interessante sapere il perché di questo luogo comune. Verso la metà del 1700, Papa Giovanni V, invitò a Roma la nobiltà portoghese ed in segno di ospitalità diede ordine che non fosse loro fatto pagare il soggiorno italiano; da questo l’antica frase “sei come un portoghese” quando non si paga.                                                                                                                                                                                                Ritorniamo al nostro tour continuando la visita di Lisbona, e sempre con l’ausilio della nostra incantevole guida Paola, entriamo nella Sé, la Cattedrale, costruita nel 1150 dal primo Re del Portogallo, Alfonso Enrico, dopo la sconfitta dei Mori, sul terreno di una vecchia moschea. L’interno è cupo e austero e spicca il fonte battesimale dove nel 1195 fu battezzato S.Antonio, nativo di Lisbona.

Usciamo dalla chiesa e una passeggiata caratteristica nel quartiere antico dell’Alfama, ci permette di notare un via vai piacevole dei vecchi tram caratteristici di Lisbona e dove abbiamo fatto un po’ i turisti spendaccioni. Due passi per lo splendido Belvedere del Castello di Sao Jorge, dove ammiriamo in lontananza il ponte 25 aprile, per alcuni nostalgici ancora ponte Salazar,  costruito sul tipo del Golden Gate di S.Francisco, dallo stesso progettista, e l’altissimo Cristo Rei, una statua gigantesca di Gesù di 28 mt, su un piedistallo di 80, rivolto verso il fiume. Entriamo nel famoso museo Azulejus, un antico monastero adibito a museo di ceramiche, straordinarie per la loro bellezza, dove spicca un paesaggio lungo 23 mt.

Cambiamo decisamente zona e andiamo all’altro capo della città, per vedere una Lisbona totalmente diversa, ed è quella creata in occasione di Expo 98.                           Palazzi e grattacieli modernissimi che guardano il mare e il ponte Vasco de Gama, lungo 17 km, sullo sfondo di una stazione ferroviaria eccezionale, veramente futuristica. In questo quartiere molto espanso, troviamo anche l’oceanario, un acquario di soli pesci oceanici. Fantastico vedere questi esseri marini ad un palmo dal naso, che si potrebbe toccarli; affascinanti specialmente gli squali che si avvicinavano mettendosi in bella mostra come dei narcisi.  Strano nella sua bruttezza il pesce Luna, enorme !!!, simpaticissime le Lontre che si crogiolavano in una piccola vasca. Inconscio timore nell’ammirare i temibili Barracuda, come le viscide Murene che fluttuavano come serpenti marini. Visita interessante che ha entusiasmato grandi e piccoli. Prendiamo la via di casa e con il solito vento amico, ci rilassiamo nella nostra piccola alcova motorizzata.

La giornata di ferragosto è dedicata ai dintorni della capitale e iniziamo da Sintra visitando il Palazzo Nacional, dove spiccano la sala dei cigni, dei blasoni, con gli stemmi di 74 famiglie nobili del Portogallo e delle Gazze ladre, perché, secondo la storia del palazzo, Re Joao I  fece dipingere il soffitto di Gazze per rimproverare le dame di palazzo per i loro pettegolezzi (anche allora era così !!!). Usciti dal palazzo, due passi per il piccolo centro storico della cittadina, con i tanti negozietti artigianali di ceramiche che hanno accompagnato il nostro cammino per tutto il Portogallo. Ritornando verso la base, una veloce puntatine verso l’ovest di Lisbona, dove una suggestione particolare è data da Cabo de Roca, punta più occidentale d’Europa, di fronte a noi New York (con un po’ di fantasia !).                                                                     Una passeggiata per Cascais, ultima residenza del Re italiano Umberto II, in esilio, e stazione balneare molto rinomata, solitamente frequentata da personaggi del mondo dorato portoghese. Passando da Estoril, sede di uno dei circuito europei di Formula 1, arriviamo al campeggio, non ancora stanchi, tanto da organizzarci una bella serata con gli amici a base degli italianissimi spaghetti alla carbonara, e finita in un mare di vino, tutto italiano !!!.

Sabato 16 agosto, finalmente un’intera giornata di relax, libera da impegni culturali. Diciamoci la verità !! ci voleva proprio. In compagnia di amici ci godiamo tranquillamente il centro di Lisbona.                                                                                                                                                                                                Lisbona è ubicata su sette colli, come Roma, perciò è un saliscendi continuo, ma il suggestivo tram su rotaie, caratteristico della città, ci accompagna nei vecchi quartieri dove un mercatino delle pulci rionale, dietro la chiesa di San Vincenzo, attira la nostra attenzione. Scendiamo verso la parte più centrale e turistica, vero fulcro cittadino, che va da Piazza Commercio, affacciata sul mare, fino a Piazza Pombal, passando per Piazza Rossìo e Piazza Restauradores dove entriamo all’Hard Rock cafè.           Spiegare queste piazze in dettaglio non è difficile, ma non ho intenzione di scrivere un libro, perciò segnatevele e non perdete l’occasione di una capatina, se foste da queste parti, ne vale la pena. Una serata al quartiere Expo98 per una cenetta al Bufalo grill, non ce la leva nessuno.                                                                              La ricreazione è finita, perciò riprendiamo la strada e 300 km ci portano a Cabo Sao Vicente, estremo sud d’Europa, nella regione dell’Algarve.                                 Tira un vento sferzante, volano i capelli e i cappelli, ma lo scenario è fantastico, le foto si sprecano; le altissime scogliere a ridosso del faro, sembrano appese fra cielo e mare, e la stessa sensazione si ha a Sagres, all’antica fortezza del XVI secolo, che sovrasta l’infinito. Luogo di straordinaria scenografia..                                    Ritorniamo indietro di alcuni km e sostiamo a Salema, piccolo paesino di pescatori dove la mattina successiva abbiamo acquistato del pesce direttamente dal “mare”.  Siamo già in movimento; iniziamo la risalita ed il ritorno verso casa, dirigendosi verso Evora, nella regione dell’Alentejo, per l’ultima visita programmata nel nostro tour.   Si comincia dalla chiesa di Sao Francisco in stile gotico-manuelino, da Manuel I, re dal 1495 al 1521, e che molto ha influenzato lo stile decorativo dell’epoca in tutto il Portogallo, ma una spettrale visione ci accoglie nell’adiacente Cappella delle Ossa, un ossario costruito dai francescani per invitare alla meditazione i confratelli. Nelle pareti e nelle colonne sono inseriti i teschi e le ossa di 5000 persone, prese dai cimiteri saturi: una vista agghiacciante e particolarmente macabra la scritta che l’accompagna, “noi ossa che giacciamo qui, aspettiamo le vostre”. Un brivido ci scuote e silenziosi ritorniamo alla base.

Il nostro tour finisce qui e in compagnia di altri tre equipaggi, ritorniamo verso casa, attraversando tutta la Spagna, tutta la Francia fino ad entrare nella nostra amata Italia, che nonostante fossimo a Ventimiglia, 350 km da casa, è come fossimo già arrivati.

Vacanza finita, nuova vacanza. Stiamo già pensando alla prossima.

 

Zio Fester

 

Conclusioni e informazioni generali

 

Mi scuso se nel resoconto mi sono dilungato un po’, ma sull’onda delle emozioni vissute è difficile fermarsi, perciò mi è piaciuto soffermarmi su certi particolari, come d’altra parte ne avrò certamente tralasciati altri che non mi hanno particolarmente colpito.

Ringrazio tutti gli amici d’Italia che con me hanno vissuto questo lungo viaggio in piena armonia e amicizia.

Naturalmente un grazie a mia moglie Fiorella che mi ha sempre “sopportato” con pazienza.

E al mio fedele camper che anche questa volta mi ha riportato a casa.

 

Campeggi:     quelli visitati li ho giudicati mediocri, ma utili per il nostro scopo di sosta temporanea.

                    Nessun problema riscontrato per carico/scarico acque

Km: ………........5790 dei quali 1370 in Portogallo.

Gasolio:….....  808 € per 607 litri

Autostrade: Italia………….....€ 64,90

                     Francia………...€ 108,10

                     Spagna………...€ 66,65 (i veicoli gemellati pagano di più)

                     Portogallo……..€ 86,50